Chi ce lo fa fare?
La questione che si pone chiunque veda delle persone vestite in maniera non convenzionale è sempre quella: “Chi ce lo fa fare?”
Proviamo a rispondere a questa domanda raccontandoti qualcosa dello scautismo, partendo dalla storia per raccontarti “da dove arriviamo” e in che direzione vogliamo andare...
Breve storia dello scautismo
29 luglio - 8 agosto 1907. Sull’isolotto di Brownsea in Inghilterra, un simpatico ometto di nome Robert Baden-Powell trascorre con 20 ragazzi quello che sarà ricordato come il primo campo scout della storia. Diffusosi velocemente in tutto il mondo immediatamente dopo la sua fondazione, lo scautismo è oggi presente in 216 nazioni e conta circa 38 milioni di iscritti.
B-P vede nello scouting un buon modo per rendere le persone protagoniste della propria educazione. Lo scopo è quindi quello di formare buoni cittadini, che sappiano essere felici e capaci di migliorare il mondo.
Tra la prima e la seconda guerra mondiale, il nazionalismo inglese preme affinché il movimento prenda una piega ad esso funzionale, ma B.P. rifiuta decisamente di prestarsi a questa operazione, e organizza il “Jamboree”. Durante questa “marmellata di ragazzi”, il movimento scout propone il superamento delle frontiere e offre a ragazzi provenienti dalle più disparate parti del mondo la possibilità di incontrarsi e condividere esperienze. Tu immagina un movimento del genere, mentre in tutta Europa degenera le smania identitaria di massa che porterà al conflitto bellico. Capisci quanto questa proposta sia controcorrente e rivoluzionaria. Con il prendere piede di fascismo e nazismo, i gruppi scout vengono repressi e costretti alla chiusura.
Il movimento scout viene tenuto in vita in clandestinità da giovani e adulti che offrono il proprio contributo alla Resistenza europea. >>